Nel contesto delle politiche economiche italiane, la Transizione 5.0 si avvicina al traguardo, segnando un passo decisivo verso l’efficienza energetica e l’innovazione
Il Piano del credito d’imposta 5.0, con un finanziamento di 3,6 miliardi di euro del PNRR, è destinato a incentivare progetti di innovazione che garantiscano significativi risparmi energetici. Dopo una lunga attesa, il testo del decreto attuativo è stato concertato tra i ministeri competenti e ora attende solo l’esame della Corte dei Conti per essere operativo.
Verso la meta
L’approvazione concertata del testo del decreto da parte dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dell’Economia e delle Finanze (Mef) e della Transizione Ecologica (Mase) rappresenta un significativo passo avanti. L’obiettivo è rendere operativi gli incentivi entro fine luglio, dopo mesi di attesa che hanno pesantemente condizionato le scelte di investimento delle imprese.
Gli incentivi e le modifiche
Il Piano prevede agevolazioni per investimenti completati entro il 2025, con particolare enfasi sulla sostenibilità energetica. Una modifica chiave rispetto alle versioni precedenti è la rimozione del comma che consentiva di estendere il termine per il completamento dei progetti al 30 aprile 2025, a condizione che entro il 2024 fosse stato versato un acconto del 10% e fosse stato emesso l’ordine relativo. Questa clausola, simile a quella presente nel credito d’imposta per i beni “4.0”, non è stata inclusa nel testo attuale.
Il ruolo del GSE
Una delle principali novità è il ruolo centrale del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che sarà l’unico responsabile del controllo e della verifica dei progetti. L’Agenzia delle Entrate, precedentemente coinvolta nei controlli, è stata esclusa da questo compito. Il GSE riceverà dalle imprese una serie di documentazioni dettagliate entro il 28 febbraio 2026, inclusa la perizia tecnica asseverata e la certificazione ambientale, per attestare i risultati ottenuti in termini di risparmio energetico.
Procedure e autocertificazione
Le imprese dovranno seguire procedure precise per accedere alle agevolazioni, trasmettendo al GSE documenti che attestino il completamento degli investimenti e i risparmi energetici conseguiti. Sarà prevista una fase di autocertificazione da parte delle imprese, che sarà controfirmata dal GSE.
Settori produttivi esclusi
Il Piano esclude settori produttivi energivori come cementifici, vetrerie, acciaierie e ceramiche, già destinatari di altre forme di incentivo. Questa decisione permette di concentrare le risorse su settori dove l’innovazione può avere un impatto significativo sull’efficienza energetica complessiva.
Conclusioni
Per gli energy manager, il Piano del credito d’imposta 5.0 rappresenta un’opportunità imminente per promuovere progetti di innovazione energetica. Con l’avvio delle misure previsto entro fine luglio, le aziende devono prepararsi a navigare le nuove procedure e a sfruttare al meglio le agevolazioni disponibili. Questo momento cruciale segna un traguardo significativo nella transizione energetica del paese, offrendo alle imprese un quadro normativo chiaro e incentivi concreti per realizzare progetti sostenibili e innovativi.